Come nasce la macchina pirotecnica
Per macchina pirotecnica s’intende in gergo una struttura metallica o lignea assemblata in maniera tale da riprodurre disegni geometrici e talvolta disegni più complessi sui quali sono poi posizionate delle fontane pirotecniche con lo scopo di crearne con l’accensione delle scenografie tali da far percepire all’occhio umano prospettive e coreografie che in definitiva non esistono. In sostanza un’illusione ottica ottenuta con il sapiente uso delle forze di trazione delle singole fontane e con uno studio certosino delle varie inclinazioni che esse devono assumere affinché si raggiunga quello scopo di movimento e disegni prefissato.
Nel passato, viva era la cultura rivolta alla costruzione di queste architetture effimere, pochi attimi, macchina pirotecnica basti ricordare la macchina pirotecnica fatta a Firenze nel 1579 in occasione del matrimonio di Francesco de Medici e Bianca Cappello dove l’architettura era costituita da un immenso dragone che “sputava foco e fiamme” contro una maga che altro non rappresentava che le malelingue del tempo che non vedevano di buon occhio questo matrimonio, oppure la macchina ancora più famosa ed indimenticabile che fu costruita il 1 febbraio a Piazza di Spagna nel 1637 in occasione dell’Elezione di Ferdinando III a Re dei Romani dove fu addirittura costruita una piazza sormontata dal Re a cavallo con quattro torri che rappresentavano allegoricamente i quattro continenti. Essi furono incendiati con effetti e scenografie che ancora oggi rappresentano una pagina d’architettura pirotecnica d’ineguagliabile fattura. L’architetto Vespignani nel 1860 si rifece probabilmente a queste complesse architetture, chiamò la macchina “Campidoglio in festa” e fu l’ultima volta che una struttura dell’effimero fece la sua comparsa, un folto pubblico si recò ad ammirare lo spettacolo “brillantissimo”, molto vario e perfetto artisticamente, dopo Vespignani tutto cadde nell’oblio.
Tuttavia da testimonianze e da resoconti dell’epoca siamo riusciti a ricostruire questa sequenza d’effetti brillanti a cui il Vespignani aveva speso molto del suo tempo, ed oggi siamo in grado di ripresentarlo con tutto il suo splendore.
Il personaggio che tuttavia dono lustro, splendore ed innovazione ai fuochi d’artificio fu in ogni modo e senza dubbio il maestro Georg Friedrich Händel compositore tedesco nato nel 1685 e naturalizzato Inglese. Nel 1718 compose un’opera di 21 pezzi chiamata “MUSIC FOR THE ROYAL FIREWORKS” IN ONORE DI RE GIORGIO I. – L’ouverture, bourrè’, la paix, la re’jouissance ecc.
Egli con un maestro d’arte del fuoco di quel periodo mise a punto uno straordinario sistema di sincronizzazione musicale con le fontane e giochi d’acqua e da lì ai fuochi il passo fu breve, non nego la meraviglia e lo stupore quando in una ricerca storica rinvenni per caso degli appunti che c’indirizzarono nella giusta via dell’interpretazione delle sincronie. Trovare questi testi ci diede la stessa emozione di un archeologo che trova un sito inesplorato.
cav. Giuseppe Passeri